Per chi vive e nasce in montagna, il silenzio di quei luoghi è una sorta di compagno di viaggio, per alcuni a volte è assordante nella sua solitudine. Alla base di questo ragionamento molti considerano questo fattore come un limite dei paesini montani o motivo di fuga dal luogo natio.
Da diversi anni tale prerogativa si è trasformarla in una etichetta, un marchio di qualità, un mezzo di attrazione turistica unico, che nella sua semplicità del messaggio ogni anno chiama a sè migliaia di turisti.
Il silenzio quindi diventa prodotto da vendere, da offrire a chi decide di visitare questi piccoli centri dell’entroterra siciliano. Silenzio da legare ad un paesino che per molti è una città la “Città della Pietra” Petralia Soprana.
Nel cuore nel Parco delle Madonie, Petralia Soprana, il “Borgo più Bello d’Italia”, raffigura uno “scorcio” remoto della Sicilia che ha in sé un fattore storico artistico rilevante. Le strette viuzze, i vicoli, le antiche lavorazioni in ferro battuto, frutto di un artigianato secolare, sono i naturali spettatori della storia, che attraverso il silenzio negli anni si è tramandata grazie alle pietre degli edifici storici, delle chiese degli antichi borghi sparsi nel territorio più nascosto della Sicilia. Il silenzio è talvolta tacere, ma è sempre ascoltare e Petralia Soprana per chi vuole veramente prestar orecchio è divenuta verbo della storia stessa, che si è diffusa grazie ad un preciso messaggio che si è portato avanti in nome di una propria peculiarità.
L’investimento verte nell’affermazione di questa identità, in maniera palese attraverso diversi progetti che hanno valorizzato le identità autoctone, dandone lustro attraverso una serie di kermesse, sfruttando a pieno le proprie bellezze architettoniche e paesaggistiche divenute “palcoscenici” di tali eventi.